Spettacoli

IL MARCHESE DI CARABAS E LA PRINCIPESSA

Música Regional

Il Gatto con gli Stivali

Con Valentina Grancini, Federico Lotteri, Giovanni Lucini, Mattia Maffezzoli

Adattamento e Regia di Giovanni Lucini

Dai 3 anni, durata 70 minuti

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Il Gatto grazie alla sua astuzia e al suo intuito renderà reale ciò che non lo è.
Trasformerà il giovane Mugnaio nel Marchese di Carabas e gli farà sposare la giovane Principessa!
Il bambino acquisisce il valore dell’amicizia e dell’aiuto reciproco, impara che nella vita bisogna anche essere intraprendenti e a volte saper rischiare.

RAVVIVARE LA FORZA D’ANIMO!

Il nostro “Gatto con gli Stivali” cerca di essere il più fedele possibile alla fiaba originale rispettandone il colore, il calore e il ritmo, mantenendo quello spirito di “costante corsa in avanti” espressa dal protagonista nel suo voler aiutare il suo padroncino.
Il Gatto è per noi come il doppio del giovane Mugnaio, rappresenta la parte istintiva-animale di cui ciascuno dovrebbe fidarsi.
Quando noi riconosciamo e accettiamo una parte di noi, magari la più “comune”, la meno “nobile”, la meno “bella”… questa “integrazione”, questo “riconoscimento incondizionato”, permette a questa parte di noi di dare il meglio di sé.
Il Gatto, grazie alla sua operosità e al suo agire molto “reale” verso il Re, i Contadini e l’Orco, trasformerà la vita del suo padrone da sogno a realtà.
Il Gatto, come il suo padroncino, è piccolo in un mondo di grandi, ma i suoi stivali lo mettono in grado di fare dei passi lunghissimi, cioè di uscire dal suo stato di piccolezza pur rimanendovi, un po’ come il bambino che, a volte, può voler restare piccolo ma fare cose da grandi.
Ciò che affascina è il doppio rovesciamento da piccolo in grande e da perdente in vincente.

Il nocciolo più autentico della fiaba non è la carriera del Marchese di Carabas, ma il rapporto tra il giovane e il gatto, tra l’orfanello e l’animale. Sul piano emotivo, è l’immagine più durevole, più efficace.
Secondo V. Ja. Propp, l’animale che figura nelle fiabe come un benefattore dell’uomo e lo aiuta in imprese difficili è l’animale-totem venerato dalle tribù primitive di cacciatori che avevano con lui un contratto di tipo religioso.
Nella vita quel che conta non è l’amicizia dei Re ma l’amicizia dei gatti, cioè delle piccole creature sottovalutate e deboli, che sanno imporsi ai potenti.
Ne abbiamo tratto uno spettacolo ricco, divertente e pieno di ritmo di cui possono godere non solo i piccoli ma anche gli adulti che con loro, partecipando allo spettacolo, lo vivono dall’interno.

Da “Le Radici Storiche dei Racconti di Fate” di Vladimir Ja. Propp:
“La fiaba raggiunge la sua acme quando mette in mano all’eroe il mezzo fatato…in seguito la parte dell’eroe diviene del tutto passiva. È l’aiutante che fa tutto in vece sua, oppure agisce mediante un mezzo magico…ma con tutto ciò l’eroe rimane eroe. L’aiutante è l’espressione della sua forza e della sua capacità.”